martedì 20 aprile 2010

IL RATTO DELL’OMBRELLO E SUE POSSIBILI TRASFORMAZIONI






Fino a pochissimo tempo fa, non avrei nemmeno lontanamente immaginato che la stoffa degli ombrelli rotti potesse essere usata efficacemente per nuovi usi.



Un post sul riciclo da facebook mi aprì un mondo: sacchette per contenere scarpe, ghette per la pioggia, cappottini per cani, fasciatoi per bimbi, e chi più ne ha più ne metta!

Ma la cosa che più mi ha stupito è proprio il fatto che una persona dedita al riuso e al riciclo come me non avesse mai pensato a riutilizzare la stoffa impermeabile perchè mentalmente chiusa dentro un'etichettatura rigida di uso&consumo secondo il quale un ombrello serve solo a fare un ombrello.

Condivisa la notizia sui vari canali ancor più ho provato meraviglia nello scoprire che tante persone che conosco riutilizzano le suddette stoffe senza bisogno che nessuno glielo dica, di propria iniziativa.
Ma come??? Stavolta dovevo proprio recuperare!

Detto fatto poco tempo dopo ho addocchiato un ombrello rotto fuori dalla posta dove vado tutti i giorni, e forte del fatto che a questo mondo una risorsa sprecata da chiunque è uno spreco per tutti, ho preso l'ombrello e me lo sono portata a casa.

Già mi vedevo abbastanza eroica nell'aver prelevato un ombrello dalla spazzatura sotto gli occhi di chi mi vede tutti i giorni e non avevo voglia di sprecarmi di più.

Ho dunque offerto la stoffa ai fans di Depuriamo sperando che qualcuno se la pigliasse e ne facesse un oggetto utile da mostrare.



Ma la pigrizia si paga con pigrizia!

Nemmeno gli abituali riciclatori di stoffe da ombrello l'hanno voluta per farci qualcosa, quindi m'è toccato di inventarmi qualcosa a me.
Ed ecco che un giorno mi è balenata l'idea... che in men che non si dica ho realizzato come illustrato sotto.


Prima di mostrarvi l'opera vorrei esprimere un pensiero su questo RI-GENERO, che di per se può anche lasciare il tempo che trova e non è utile a tutti:


ciò che trovo importante di queste operazioni è il modello pensiero di per se,
è imparare a guardare con occhi nuovi qualunque oggetto e risorsa
consapevoli che NOI ne possiamo fare qualcosa di NUOVO"


Tutto è allenamento, lo è il pane fatto in casa, il succo del limone congelato, l'orto da parete, la macchina condivisa, l'ombrello in mantellina, e tutto quanto il resto....
Come per tutte le cose
solo con l’allenamento continuo si diventa ABILI 

nel far fruttare i propri talenti.


Se vogliamo allenare il Creatore che è in noi...

CREIAMO!

1) Ecco la stoffa recuperata: ho scucito e tenuto pronto per l'uso anche lo stringhino di chiusura dell'ombrello  la fascettina con il velcro).
Poichè sono PIGRA! non ho staccato i fermi di metallo entro cui andavano inserite le bacchette dell’ombrello.
Chi ha dieci minuti in più per dedicarsi alla confezione può prendere in considerazione la possibiltà di staccarli, e anche no..










2) La mantellina in genere viene portata sopra il cappottino, lo scollo serve largo, ma se troppo largo potrebbe entrare acqua. Dunque ho fatto uno scollo a barchetta di medie dimensioni e poi uno fessura anteriore che può essere chiusa col velcro recuperato dalla fascetta chiudi ombrello. Abbastanza largo per essere indossato & richiudibile a larghezza desiderata.





3) Il vero tocco del Mago sta nell'etichetta: io naturalmente ho usato l'etichetta  DePuRiAmo, ma se non la si ha a disposizione suggerisco di cercare nel proprio armadio e staccare una di quelle fastidiose, enormi e coloratissime etichette che non si capisce per quale motivo debbano essere attaccate internamente ai vestiti per darci poi fastidio tutta la vita. Ecco un modo solenne di rendere loro onore: scucirle per ricucirle all'esterno della mantellina, a mò di decorazione. E se qualcuno vorrà sapere in quale originale boutique avete acquistato l'originale mantellina...








4) Già che mi ero sprecata di fatica, ho aggiunto 3 minuti per confezionare una sacchetta porta mantella. Come vedete dalla dimensione del cellulare la mantella ripiegata porta via pochissimo spazio, motivo per il quale è comodissima in borsetta e d’emergenza. Avrei potuto confezionare una borsetta molto più piccola, ma poiché sono pratica ho preferito una misura più grande così da non fare particolare fatica a richiudere la mantella in un sacchetto microscopico.
Il nastro l’ho messo solo per far mantenere piegata la mantella il tempo della foto.





L’operazione in assoluto più difficile è stata quella di convincere Alessandro a fare da modello, non ne aveva alcuna voglia e nemmeno con il ciuccio promesso si è dimostrato particolarmente entusiasta! Le foto in cui si vede la sua espressione non posso pubblicarle, vi scapperebbe la voglia di fare la mantella! 
  



Vantaggi e svantaggi dell’oggetto prodotto:

Rispetto a una classica mantella da pioggia è molto più leggera e si porta facilmente in borsa perché occupa pochissimo spazio.
Le mantelline classiche possono essere usate anche con pioggia piuttosto forte perché coprono il bimbo efficacemente da capo a piedi. Questa al contrario è molto più leggera e corta e non ha il cappuccio, quindi secondo me è indicata come mantella d’emergenza quando non si ha l’altra, che peraltro è ingombrante e non si porta d’abitudine in borsa.
Può essere usata come mantella fine a se stessa quando pioviggina e per brevi tragitti.
Comodissima quando si tiene il bimbo sotto il proprio ombrello, con la mantella aggiuntiva rimane più protetto e non si bagna le spalle come spesso succede.

E… se tagliate i capelli al bimbo in casa…. Subito si reinventa come mantellina da parrucchiere!

Buoni ri-generi a tutti!